Il momento del parto
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- Ultima modifica il Venerdì, 03 July 2015 10:07
- Pubblicato Venerdì, 17 April 2015 13:00
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I diversi modi di partorire
La donna potrà essere accompagnata in sala parto da una persona di sua fiducia.
I nostro Ospedali offrono, in base alle condizioni cliniche madre/bambino, varie modalità di parto:
Il parto naturale: E’ il parto in cui la donna non riceve alcun farmaco o anestesia per alleviare il dolore. Può essere:
- attivo – consiste nel lasciare totale libertà di movimento alla donna che potrà scegliere la posizione del parto nel rispetto dei suoi tempi e delle sue esigenze.
- tradizionale – utilizzato di solito per necessità cliniche ed assistenziali più complesse.
Il parto indotto: E’ il parto provocato mediante l’utilizzo di farmaci oppure con la rottura programmata e controllata delle membrane amniotiche (amnioressi). E’ necessario in caso di sofferenza fetale o in situazione di rischio per il bambino.
Il taglio cesareo: E' un intervento chirurgico che prevede l’ estrazione del bambino attraverso una incisione chirurgica praticata sulla parete addominale.
Le indicazioni a tale metodica sono correlate a problemi fetali o materni.
Il reparto di Latina è maglia rosa nella Regione Lazio per la minor incidenza percentuale di tagli cesarei e bassissima percentuale di episiotomie (incisione chirurgica del perineo, con buone pratiche mediche durante il travaglio-parto, tradotte in protocolli clinici implementati poi in altri punti nascita regionali.
Il contenimento del dolore
Il dolore del travaglio non è sintomo di malattia, ma esprime e promuove il naturale svolgersi dei tempi del parto/nascita.
La percezione del dolore è variabile e influenzata da condizioni fisiche del momento, dalle emozioni, dalle circostanze sociali, culturali e assistenziali. Si può contenere il disagio attraverso strategie naturali non farmacologiche, tra cui:
- assistenza e supporto continuativi
- sostegno emotivo, comunicazione, informazione, coinvolgimento nelle scelte
- azioni di sollievo, come muoversi durante il travaglio e scegliere le posizioni più adatte
- utilizzo dell’acqua durante il travaglio, con eventuale doccia calda
- tecniche di rilassamento apprese durante il corso di preparazione alla nascita.
Il ricorso all’analgesia farmacologica è previsto solo in rari casi che richiedono una elevata complessità assistenziale.
Il percorso per gestanti che rifiutano il parto spontaneo
Qualora la donna manifesti nonostante il percorso di ascolto, di rimozione delle paure,di sostegno alla nascita spontanea e di emporwement, attuato presso il Consultorio, la volontà di non partorire spontaneamente ma di espletare il parto con taglio cesareo (T.C.),viene invitata ad incontrare, secondo un percorso prestabilito un medico ed un’ostetrica dell'Ospedale, specificatamente individuati.
- Il primo incontro, con il ginecologo, ha lo scopo di indagare se ci sono indicazioni mediche al parto con T.C. o quali preoccupazioni per rischi ostetrici, possono indurre nella gestante tale scelta.
In quest’occasione, si compila la cartella ostetrica utilizzata per l’ambulatorio delle gravidanze a termine, nel caso la gestante non sia già, clinicamente assistita dal Consultorio Familiare o dall'ambulatorio delle gravidanze a rischio o a termine della Struttura Ospedaliera. Quindi, se la donna non è già inserita nel Percorso Nascita, si contatta il ginecologo che l’ha in cura per coinvolgerlo affinché la orienti e la incoraggi a partorire spontaneamente. - Il secondo incontro, con l’ostetrica, deve portare alla luce: emozioni, fantasmi, paure, ignoto. L’intento è di sviluppare nella donna autostima, consapevolezza delle proprie capacità, spiegare alla coppia cosa è il dolore: perché si manifesta e come si gestisce.
Per valutare il clima nel quale vive la gestante e come questo influenzi la sua sfera emotiva (fiducia, coraggio, entusiasmo), l’ostetrica le rivolge un’intervista, a documentazione del colloquio e per un report annuale di tale attività.
Se malgrado i colloqui, la donna rimane fermamente convinta della scelta di partorire con T.C., Le viene consigliata una consulenza psicologica.
Tale percorso ha ottenuto una menzione speciale al premio nazionale “Alesini” nell’anno 2012 per l’attenzione rivolta al sostegno della gestante.
Cosa portare in ospedale
È consigliabile preparare l’occorrente per la degenza in ospedale in prossimità del termine di gravidanza.
Occorre presentare i seguenti documenti:
- tutti gli esami eseguiti nel corso della gravidanza
- il documento di identità
- la tessera sanitaria elettronica
- la tessera ENI per le donne straniere di Paesi appartenenti all’Unione Europea
- Codice STP per le donne appartenenti a paesi extracomunitari e senza permesso di soggiorno
Per la mamma occorrono:
- Camicia da notte ampia, preferibilmente aperta completamente sul davanti,per il momento del parto, non stretta sul braccio e avambraccio per agevolare la ricerca di accessi venosi
- pigiama o camicia da notte, secondo le abitudini personali per il dopo parto.
- reggiseno adatto per l’allattamento al seno
- mutande in grado di supportare pannolini ingombranti
- prodotti per l’igiene personale. Si consiglia di evitare l’uso di profumi o
saponi profumati - bacinella personale per l’igiene intima (consigliato)
Per il bambino occorrono:
- cinque cambi di abbigliamento adeguati alla stagione in corso
- due tre asciugamani di piccole dimensioni in fibra e colore naturali per l’igiene del neonato.
- una busta, con il cognome del bambino, contenente
un cambio completo da consegnare agli operatori al momento del parto (consigliato)